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28.05.2021

«Quando si parte il gioco de la zara»: i giochi nelle opere di Dante

Online su piattaforma Zoom Agorà del Sapere - 28 maggio 2021, ore 18.00


Società Friulana di Archeologia - Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

Seguendo le orme degli antichi ... special

Nel secondo balzo dell’Antipurgatorio, Dante e Virgilio sono circondati da anime dei morti per forza. Per spiegare come si comportano i due poeti attorniati dai purganti, Dante ricorre all’immagine del gioco della zara, una sorta di gioco d’azzardo medievale. La forma si ritrova, con lo stesso significato, già in Brunetto Latini, nonché in numerosi scrittori toscani del XIV secolo. Non è l’unico gioco citato da Dante. All’interno del Fiore di virtù, la “traduzione” del famosissimo Roman de la Rose, l’Alighieri cita i misteriosi giochi del coderone (LXIII, v. 5), delle tavole (LXIII, v. 2) e dell’ambassi (LXIII, v. 5). Il Sommo Poeta cita, inoltre, gli scacchi (LXIII, v. 2). In ognuno di questi giochi, l’«amico» del poeta è invitato a concedere la vittoria alla donna amata: «fa che ella sia la vincitore […] falla seder ad alti, e tu sie basso» (LXIII, v. 6 e 9). Gli scacchi appaiono anche in Paradiso, XXVIII, vv. 91-93: «Lo incendio lor seguiva ogni scintilla | Ed eran tante che il numero loro | più che il doppiar degli scacchi s’immilla». Il gioco degli scacchi è utilizzato per parlare del numero degli angeli nelle gerarchie celesti. Il breve contributo si propone di investigare la letterarietà dei giochi nel corso del Trecento: in primo luogo, si proverà a ricostruire la fisionomia e le regole dei giochi citati da Dante. Successivamente, si delineerà la conoscenza dei jeux de table da parte di Dante Alighieri, attraverso le cronache dell’epoca. Infine, si tenterà a verificare quanto la presenza dei giochi sia diffusa nella letteratura medievale e quale sia lo scopo della citazione dei giochi.

Relatore: Federico Guariglia, filologo