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Dal 3 marzo al 27 maggio 2018

Pordenone, Galleria Harry Bertoia

Defigurazione


Una raccolta di volti molto celebri, come: Federico Tavan, Jacques Derrida, Peter Handke, Jacques Le Goff, Claudio Magris, Ernesto Sabato, Christian Javier Marias, Carlo Ginzburg, Francisco Toledo, Tito Maniacco, Elio Bartolini, Pieluigi Cappello.
Accanto a volti per lo più di sconosciuti: anarchici, partigiani, donne e uomini, bambini e vecchi, accomunati dall'espressione di una umanità che ogni giorno, in ogni parte del mondo, resiste per affermare la propria dignità, in situazioni difficili ed estreme.È andato a spigolare così, non proprio casualmente – il fotografo indipendente che da oltre trent'anni gira il mondo e non ha bisogno di molte presentazioni – le vite di personaggi illustri, intellettuali e scrittori famosi intrecciandole a quelle dei popoli di comunità dell'altro mondo. Dove per ‘altro mondo' si intende sempre periferia. E allora vediamo le immagini della popolazione Kurda in eterna Resistenza, delle lavoratrici di canna da zucchero in India, del bambino ugandese in fuga accanto al volto di Carlo Ginzburg oppure la foto di Enrique Vila-Matas che fa da contraltare all'indigena messicana che sta andando verso il mercato a vendere la sua gallina.
Un percorso anomalo e provocatorio questo, fatto di sbalzi bruschi, tenuti però insieme da un filo comune: la forte umanità che la ricerca di De Marco ci trasmette riuscendo ad andare oltre il ritratto ‘di figura' per giungere a una fotografia che è strumento di introspezione, comprensione, interpretazione profonda della persona e del significato del suo percorso di vita.
Cosa attraversa la mente di quella donna, di quell'uomo, di quel bambino? Come possiamo capirlo attraverso il volto, gli occhi e il corpo? Ecco che, in questo processo, la sensibilità umana e il rapporto fra macchina usata per fotografare e il corpo e la mente di chi ritrae, diventano arte.
Rigorosamente in bianco e nero, di cui De Marco è uno degli ultimi cultori a livello mondiale, questi grandi volti, dove tutto è concentrato sugli occhi, ci offrono una straordinaria intensità, restituendoci uno sguardo, quello del fotografo che non è mai superficiale, insieme all'impegno etico e alla responsabilità civile che da sempre lo accompagnano.