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Dal 1 luglio al 4 settembre 2022

Spilimbergo, Palazzo Tadea

Parallel universes of War and Peace


Secondo appuntamento espositivo per il festival Friuli Venezia Giulia Fotografia. La 36esima edizione della rassegna, promossa dal CRAF e sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia e Friulovest Banca in collaborazione con Fondazione Friuli e il patrocinio dell’Università degli studi di Udine, si apre al talento dei giovani e attribuisce il primo Premio Young all’artista turco Ugur Gallenkus. Cinquanta opere e un allestimento realizzato con tessuti e musica per l’artista turco che invita l’umanità a guardare immagini polarizzate, “divise” tra l’opulenza dei Paesi Occidentali e il dramma dei Paesi in via di Sviluppo o la violenza delle nazioni sfregiate dai conflitti. Anche l’Europa partecipa allo strazio della guerra che si avvicina pericolosamente. L’artista da una parte utilizza fotografie scattate da alcuni fotoreporter nelle zone critiche del mondo, dall’altra delle immagini tratte dal web. In pochi anni Gallenkus ha dato vita ad un suo linguaggio universalmente comprensibile, fatto dall’accostamento paritario di queste immagini.

Le tematiche affrontate da Ugur Gallenkus sono tutte legate all’attualità: guerra, povertà, immigrazione, siccità vengono messe a diretto confronto con immagini il più delle volte patinate e prese dal mondo della pubblicità. «Le due immagini, tuttavia, non sono semplicemente in contrasto tra loro, ma si fondono in un unicum producendo una realtà nuova che riflette la schizofrenia del mondo contemporaneo. L’obiettivo è quello di fare riflettere lo spettatore soprattutto sulle disparità esistenti tra realtà privilegiate e oppresse, nella volontà di urtare le coscienze per destarle da un torpore viziato e vizioso».

La carriera artistica di Gallenkus ha inizio in una data precisa, nel 2015, come reazione alla fotografia che testimoniava il ritrovamento del corpo di Aylan Kurdi, il bambino siriano di tre anni morto nel Mar Mediterraneo. Quel preciso momento affiorò nell’artista un’urgenza espressiva che ha trovato nella tecnica del collage il mezzo più adatto per sottolineare agli occhi del mondo il crescente divario globale tra privilegiati e oppressi.