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Dal 19 novembre 2022 al 8 gennaio 2023

Udine, ex Chiesa di San Francesco

Fotografia come testimonianza


Fotografia come testimonianza. Friuli 1980-200 è il frutto di un intenso lavoro di ricerca condiviso con diverse istituzioni pubbliche e private regionali. Fotografi che hanno collaborato con le principali testate dei quotidiani negli anni presi in esame come Alberto e Stefano Lancia, Diego Petrussi e Nicola d’Agostino, ed altri che hanno lasciato una testimonianza della storia del Friuli attraverso i loro scatti come Ulderica Da Pozzo, Enzo Tedeschi, Luca Laureati, Carlo Innocenti e tanti altri.

Corredano l’esposizione delle oltre cinquanta immagini anche alcuni filmati messi a disposizione dalla Cineteca del Friuli e dalle teche RAI oltre un ricco catalogo fotografico con saggi di Claudio Domini, Paolo Medeossi e Alvise Rampini.

Molti gli eventi descritti in questo progetto dove troveremo una sezione dedicata alla cronaca con gli omicidi del “mostro di Udine”, le visioni della Madonna a Farra d’Isonzo nel 1988, l’arresto di Fabio Savi, il killer della “Uno bianca” a Tolmezzo, il giovane Giacomo Valent ucciso a Udine nel 1985 per il colore della sua pelle.  Ed ancora i tre agenti di Polizia uccisi da una bomba in viale Ungheria, l’incendio della birreria Dormish. Proteste, scioperi, manifestazioni per la pace ma anche momenti conviviali di Alberto Sordi e Monica Vitti in Castello a Udine, l’arrivo del fuoriclasse Zico, la visita del Papa Giovanni II e di vari Presidenti della Repubblica.

Uno straordinario lavoro che permette di portare alla luce “un altro pezzo di storia e delle tradizioni del Friuli attraverso immagini fotografiche ben selezionate” scrive nella presentazione del catalogo l’assessore alla Cultura della Regione Fvg Tiziana Gibelli. “Una fase storica che ha visto cambiare il mondo in maniera radicale", commenta il sindaco di Udine Pietro Fontanini. "Una raccolta di immagini – scrive Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli – sapientemente filtrate dall’occhio attento e sagace dei fotografi”. Ed è proprio “l’obiettivo a registrare e fotografare i mutamenti della nostra società” commenta Lorenzo Ventre presidente dell’IRPAC, uno scatto che diventa notizia.