Sono stati presentati oggi durante una conferenza stampa i cambiamenti tracciati dell’autoriforma della Fondazione CRUP, in seguito alla sottoscrizione del Protocollo d’intesa del 2015 tra ACRI e MEF. Tra gli obiettivi principali del Protocollo, rafforzare il presidio del patrimonio, valorizzare la trasparenza dell'attività erogativa, garantire ulteriormente l'autonomia e l'efficacia della governance.
Alla luce di un quadro normativo e sociale profondamente cambiato, è sembrato naturale procedere con la scelta di un nuovo nome. Secondo il Protocollo ACRI/MEF, infatti, le fondazioni devono attenuare il loro peso nel settore bancario e ciascuna di esse non può detenere più del 33% del proprio patrimonio in un unico asset (di fatto nella banca conferitaria). Inoltre, il nome CRUP è legato al passato e a dinamiche sociali/culturali scarsamente aderenti alla realtà odierna.
La Fondazione ha deciso, quindi, di riposizionarsi anche dal punto di vista comunicativo, su basi storiche e valori immutabili, ma con una “vision” nuova e dinamica, attraverso la nuova denominazione “Fondazione Friuli”. Dal punto di vista storico, geografico, etnico e culturale il nome è rappresentativo delle molteplici realtà di cui è composto il territorio delle due province di Udine e di Pordenone (Valli del Natisone, Carnia, Canal del Ferro, vicino Veneto, zone costiere e montane, vallate e pianure). Il nome Friuli racchiude in sé e simboleggia i tratti caratterizzanti di una visione progettuale fortemente identitaria e inclusiva, del cui recupero si avverte la necessità e l’urgenza. Un segnale, che è anche un auspicio largamente condiviso, di rinascita culturale ed etica, presupposto indispensabile per una ripresa economica e sociale della nostra “piccola patria”. «Per la Fondazione si tratta di un’occasione storica – ha chiarito in conferenza il presidente D’Agostini illustrando le motivazioni della scelta - per assumere un nome di forte connotazione identitaria. In questo momento in cui vengono cancellati enti territoriali storici, come le province, e viene rimodellato il territorio con l’istituzione delle UTI, il solo ancoraggio che può preservare quantomeno l’idea di quell’unità necessaria cui aspiriamo, che si allarga ad abbracciare tutti i paesi, le città e le contrade, nessuno escludendo o dimenticando, è rappresentato proprio dal nome Friuli. Una bandiera – ha concluso D’Agostini - fatta di operosità, sobrietà, rigore morale e valori saldi, riconosciuta e apprezzata oltre i nostri confini, in tutto il mondo ove il destino ha trascinato i nostri emigranti di ieri e di oggi, portando con sé i segni inconfondibili di questo popolo».