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Mostre
Dal 24 giugno al 11 settembre 2016
Tolmezzo, Palazzo Frisacco
Anzil il Neorealismo e il Grande Viaggio
È del 1998 il primo approccio di ANZIL alle sale espositive di Tolmezzo; anno in cui è stato pubblicato Il Dante di Anzil, opera in cui il pittore oltre a illustrare alcuni personaggi della Divina Commedia, si cimenta nella traduzione in friulano dei versi danteschi a essi relativi.
Nel 2005 Tolmezzo presenta “Omaggio a ANZIL, gli ultimi venti anni” e, a distanza di un decennio, poco più, Palazzo Frisacco torna ora a ospitare ANZIL con una selezionata rassegna di sue opere degli anni ’40 e ’50, curata da Giuseppe Bergamini e Giancarlo Pauletto, a significare il rilievo del maestro tarcentino nell’ambito del movimento del neorealismo che l’ha visto come uno dei primi assertori.
Fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale di Tolmezzo, questo evento vuole sottolineare una particolare attenzione alla logica di un disegno espositivo che, coerentemente ad altre politiche territoriali, possa portare, attraverso la valorizzazione e lo studio delle migliori valenze autoctone, a dare un’immagine della Carnia e del Friuli quanto più possibile veritiera e efficace.
Si ottempera quindi con questa mostra alla conclusione di una ricerca, almeno per quanto riguardi i progetti dell’amministrazione tolmezzina, che va a completare il corollario espositivo dedicato a quella che, sicuramente, risulta essere una delle figure di maggior prestigio dell’arte figurativa della nostra regione e non solo.
La Città di Tolmezzo e Palazzo Frisacco intendono sollecitare e invitare - oltre a rendere omaggio a un grande artista friulano - nella prossima stagione estiva ormai alle porte, un pubblico sempre più qualificato e numeroso a confrontarsi con le proprie proposte culturali e con le bellezze naturalistiche della Carnia perseguendo pervicacemente l’intento di promuovere quest’area geografica come una delle migliori mete estive di montagna.
“…ANZIL...più vastamente degli altri [pittori friulani] può essere visto come un campione e un modello di friulanità...” (C.Sgorlon).