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Mostre
Dal 16 ottobre 2021 al 10 aprile 2022
Udine, Galleria d'Arte moderna e contemporanea Casa Cavazzini
La forma dell'Infinito
Prorogata al 10 aprile 2022.
Le sale del museo di arte moderna e contemporanea "Casa Cavazzini", appena ristrutturate e ora dotate di soluzioni al passo con i migliori ambienti espositivi al mondo, diventano nella mostra "La forma dell'Infinito" lo spazio teatrale dove 50 opere strepitose, come attori che vivono e parlano, avvicinano i visitatori in un racconto capace di toccare il cuore e l’intelligenza e di stupire con colpi di scena di bellezza e privilegi assoluti. Una mostra che ha il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Promoturismo FVG, della Fondazione Friuli ed è realizzata con il sostegno speciale di Gruppo Hera Amga Energia e Servizi.
Già il tema della mostra dischiude porte su vasti paesaggi dell’anima. Secondo il progetto voluto dal curatore, Don Alessio Geretti, sacerdote udinese e direttore artistico delle mostre di Illegio, "La forma dell’Infinito" è infatti una chiave per entrare nell’arte moderna e contemporanea, anche per coloro che normalmente faticano a comprenderla, scoprendo una delle intenzioni fondamentali che hanno animato tanti pittori dalla fine dell’Ottocento e per tutto il corso del Novecento: rendere visibile l’infinito che dietro la prima apparenza delle cose sussurra alla mente e al cuore umano. L’uomo non può comprendere nulla di sé stesso, della sua condizione, della sua grandezza e della sua inquietudine, se non rendendosi conto d’essere un’immensa aspirazione all’infinito. Perciò esiste l’arte: non per produrre decori frivoli né per riprodurre le fattezze di ciò che abbiamo sotto gli occhi, ma per dare forma a quella tensione all’infinito, incantevole e misteriosa, che ci rende unici nell’universo. Tra pennellate e colori, paesaggi mistici e astrazioni audaci, i capolavori dei più grandi geni dell’arte, specialmente dall’Impressionismo in avanti, sollevano il velo del mondo visibile e lasciano affiorare sulla superficie dei quadri gli enigmi, le nostalgie, le ricerche di chi percepisce l’altro lato della realtà, o il dolore della finitezza senza prospettive di chi si convince che non c’è risposta alla domanda di infinito che ci portiamo dentro.