NICO COLLE “A VOLO RADENTE” - INCONTRI, PAESAGGI, VISIONI -

L’infanzia sul fiume come humus fertilissimo sul quale si innestano, via via, le prime esperienze artistiche con la terracotta, l’impegno sociale ed ambientale, l’esperienza di nuovi materiali, l’Accademia, le letture, l’insegnamento, la curiosità verso civiltà ‘altre’ ed antiche, gli incontri - a volte fortuiti - con i Maestri e l’irruzione drammatica di episodi di cronaca: non c’è senso e forma delle opere di Nico Colle che non sia generata da fascinazioni archeologiche e storiche, dall’occhio attento di chi sa cogliere i cambiamenti e, con il linguaggio della scultura, ce ne offre rappresentazione estetica e contenutistica. Sì, estetica perché il ‘bello’ - concordando con l’immanenza delle idee platonica - Nico lo rintraccia anche negli oggetti di uso comune della cultura popolare (e nascono, fra le altre, le “Macchine celibi”); e contenutistica perché non si può tacere di fronte al dolore - ma si cerca di offrire una soluzione antica e sempre valida (la “Libreria antisismica”, ispirata dalla tragedia de L’Aquila ed omaggio all’antica tecnica costruttiva ad incastro degli Inca) - o in presenza degli impatti antropici - il “Casale sul fiume” evolve/involve in palafitta (ed ecco perché quella barchetta in marmo sta proprio al di sotto dell’abitazione) - e della vita tra terra e fiume - i “Paesaggi”, locali o di qualche altrove - mentre, sulla via della ricerca, le “Muse quiete” - pacificamente trasportate da animali - ci suggeriscono cura e rispetto reciproco nell’incontro con ciò che è ‘altro’ da noi.