ANTONIO FELICE LA MONTAGNA “IN RELAZIONE CONTINUA”

Con un lontano ed originale richiamo agli antichi miti delle stirpi e delle età dell’Uomo, l’artista traspone - in argilla, gesso, marmo - i frutti della propria ricerca introspettiva che ha come oggetto di studio l’Essere Umano, qui presentato nei suoi aspetti complementari di Maschile e Femminile (“È dall’unione del cuore femminile e dello pneuma maschile, amore e respiro connessi, che può nascere il Bene). Nell’atto creativo e realizzativo sono state operate scelte sia simboliche che concettuali: busti volutamente acefali - cavi, in due casi, o con applicazioni di plexiglas -, nelle loro diversità posturali ci comunicano i cambiamenti che l’Umanità ha prodotto in e su di sé durante il proprio cammino esistenziale. Una linea temporale resa visibile e tangibile, nella quale le figure si modificano: dall’idea di contatto con il tutto - il Passato, il momento dell’assonanza con il divino - al leggero scarto obliquo - il Presente, epoca di dissonanza in cui la torsione si accentua - lasciando però aperta l’interpretazione del Futuro. Sulla dicotomia fra impegnativo ma libero arbitrio e comoda deresponsabilizzazione si muove questo Futuro non remoto, un tempo in cui l’Umanità si può, già da ora, autocondannare ad eterne gaussiane, al totale annientamento o riconnettersi con quel soffio divino che è presente in ognuno di noi. Arte, quindi, come mezzo per comunicare non solo un messaggio poetico ma come pretesto, come germoglio per seminare punti di vista alternativi che suscitino dubbi, domande, scelte. Se il gesso è semplice Forma, la pietra è Sostanza, il plexiglas trasparenza, luce e quindi Spiritualità: vogliamo leggere, anche nella scelta coloristica, un invito a ricordarci di quella scintilla iniziale e a prendercene, eticamente, cura.