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Dal 25 ottobre al 15 marzo 2025
Passariano, Villa Manin
Renzo Tubaro. Intonare la realtà
Nel centenario della nascita di Renzo Tubaro (Codroipo 1925 – Udine 2002), la mostra antologica “Intonare la realtà” rende omaggio al pittore friulano e alla sua opera silenziosa e intensa, tesa alla bellezza del mondo e alla verità delle cose.
Artista schivo e riservato, Tubaro ha attraversato oltre cinquant’anni di pittura rimanendo fedele a una poetica figurativa che guarda alla natura, all’uomo, al gesto quotidiano. Il titolo della mostra richiama il suo rapporto profondo con il reale, che l’artista ha saputo cogliere con esattezza e con armonica intensità cromatica, secondo una sensibilità pittorica affinata a Venezia, dove si era formato all'Istituto d'Arte e all’Accademia di Belle Arti negli anni Trenta e Quaranta.
La mostra mette in evidenza i tre settori nei quali l’attività artistica di Tubaro si è esercitata, e cioè la pittura da cavalletto, l’affresco, la vasta opera consegnata al disegno, inteso sia come studio e progetto di pittura, che come attività autonomamente significante.
La pittura da cavalletto, ospitata nel corpo padronale della Villa Manin, restituisce la complessità di una ricerca figurativa che attraversa temi naturalistici, ritrattistici e paesaggistici, con particolare sensibilità verso il mondo animale. Nelle storiche sale della villa, circa 70 opere mettono in evidenza una pittura che si armonizza con il colore, che è tono, atmosfera, luce diffusa.
L’affresco, tecnica a lui particolarmente cara, sarà protagonista di un itinerario diffuso tra le chiese del Friuli da lui decorate. Si tratta di una parte fondamentale del suo lascito, che testimonia il dialogo dell’artista con lo spazio sacro e la comunità quanto il virtuosismo di una pittura condotta senza inciampi nella realizzazione di scorci e prospettive in cui le figure si collocano con naturalezza e solidità.
Il disegno, esposto nella barchessa di levante della Villa Manin di Passariano, è il fondamento costante del suo fare artistico. Con un taccuino e una matita sempre in tasca, Tubaro percorreva campagne, mercati, accampamenti per osservare animali – in particolare cavalli – e persone al lavoro. Amava ritrarre contadini, operai, norcini, cucitrici, bambine al ricamo. Nel tempo, il disegno si apre anche agli affetti familiari, con ritratti intimi della moglie e dei figli. Sempre presente tanto nel disegno che nella pittura è la luce di Venezia, che Tubaro ama e restituisce in tutta la sua vibrazione.
Renzo Tubaro ha lasciato un segno profondo nella cultura artistica friulana, come testimoniano le numerose esposizioni, e l’ampia bibliografia critica che attraverso autori come Tramontin e Pasolini, Naldini o Damiani, Sgorlon, Bergamini, testimonia l’apprezzamento per il suo coscienzioso operare.