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Dal 18 maggio al 13 giugno 2012

Udine, Chiesa di Sant'Antonio Abate - Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo

Giorgio Celiberti scultore_scultor


Riscoprire gli artisti friulani: la missione nella quale l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Udine, in collaborazione con la Fondazione Crup, è impegnata da anni approda ad un altro successo che porta il nome di Giorgio Celiberti – Scultore.

Arte come vita e vita come arte: lo stretto connubio fra i due elementi rappresenta la ragione esistenziale per l’artista che, nel suo intervento, ha dichiarato: “Questo mestiere, per me, è come respirare. Non posso farne a meno”. L’esposizione vuole sottolineare la centralità dell’invito veicolato da Celiberti e collegato strettamente al messaggio d’amore all’umanità. E’ un appello altamente spirituale di cui c’è forte bisogno, in tempi non facili come questi che stiamo vivendo. La cultura e l’arte debbono ottenere priorità assoluta, in quanto l’arte ci accompagna nel nostro quotidiano itinerario esistenziale.

Leggendo e ammirando queste opere si può cogliere la ricerca di serenità e gioia che sostanzia il pensiero e l’azione del maestro. L’antologica, che mette in scena sculture, soprattutto di piccolo formato, oltre a disegni preparatori e dipinti correlati alle opere e rende omaggio a uno dei maestri dell’arte friulana contemporanea. Il percorso espositivo invita ad entrare nel Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo per proseguire la visita negli antichi spazi che dialogano con le opere del maestro contemporaneo.

L'evento si tiene proprio nell’anno in cui si annunciano altre mostre dedicate all’artista: a Tarcento (grandi sculture tra i giardini di Villa Pontoni e il parco di palazzo Frangipane) e a Treviso nella Casa dei Carraresi (una grande antologica, così come nel 1977 nella Villa Manin di Passariano).
L’attività della Provincia nella promozione delle “Belle arti friulane” si attesta come garanzia di memoria e trasmissione di un patrimonio da divulgare. Dalle steli che trasmettono sentimenti ed emozioni di alto valore umanistico ai bassorilievi e alle ‘finestre’ che l’artefice chiama ‘schegge’: tutto, in Celiberti, è intriso di una simbologia assai familiare ai friulani. Ciascuna opera dell’artista non lascia indifferenti, bensì ci permette di cogliere l’energia e l’anima dell’autore, specchio dell’anima del Friuli.