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Dal 28 aprile al 30 settembre 2012

Illegio, Casa delle Esposizioni

I Bambini e il Cielo


Il racconto della mostra, realizzata con il sostegno della Fondazione Crup, si dipana tra alcune iconografie familiari e altre rarissime, attraverso gioielli di altissima qualità come il San Cristoforo di Lucas Cranach il Vecchio, La preghiera di Abramo e Isacco di David Teniers il Giovane, La Natività dell'atelier di Hans Memling, la Madonna del Pollice di Giovanni Bellini, il grandioso Venere e Mercurio presentano Cupido a Giove di Paolo Caliari detto il Veronese. Molti gli inediti presenti in mostra, specialmente nelle sezioni dedicate alla scultura tra Duecento e Quattrocento italiano. “I bambini sono la vivacità del mondo e ci portano verso il cielo”, ha commentato l’assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna, intervenendo alla presentazione della mostra a Udine.

Don Alessio Geretti, delegato episcopale per la Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Udine e curatore scientifico della mostra, illustra le diverse sezioni in cui si articola la mostra nelle undici sale: dalla mitologia all’Antico Testamento, dall’infanzia di Gesù nel Nuovo Testamento fino all’iconografia di Gesù e San Giovanni Battista, quale modello sacro e profano per l’arte del Rinascimento italiano. Infine, un cenno sul passaggio dall'infanzia sacra di soggetto biblico alla sacralità dell'infanzia di soggetto sociale, dall'Ottocento in avanti, con i temi dei bambini sfruttati o della nostalgia di un'innocenza che abbiamo perduto.

L’infanzia, che a Illegio diventa anche un criterio per leggere la storia dell’arte dell’Occidente, è “provocazione e simbolo”, come sottolinea don Geretti. Provocazione, perché “i bambini hanno un’ostinazione gradevole e impertinente a riguardo delle domande cruciali dell’esistenza umana”; un simbolo perché “ci vive dentro e accanto”. L’infanzia come “simbolo di una condizione pura dell’esistenza, del mattino dell’innocenza terrena e della meraviglia assoluta, uno stato di riconciliazione con l’armonia”.

Un’esposizione, dunque, che richiama l’attenzione sui più piccoli e contemporaneamente parla agli adulti, invitandoli a non smarrire l’infanzia e “a rivedere il mondo come fosse la prima volta”.