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Dal 16 febbraio al 4 aprile 2012

Udine, Chiesa di Sant'Antonio Abate

Il volto gentile dell'arte nella patria del Friuli


Parafrasando il titolo di un libro di Anna Banti, non è facile stabilire quando anche le donne si misero a dipingere nel nostro territorio; qualche suora miniatrice del Trecento, forse, la beata cividalese Benvenuta Bojani potrebbe avere disegnato i ricami dell’omonimo velo, forse…Le artiste in Friuli sono veramente poche fino all’Ottocento: figlie d’arte per lo più o allieve di artisti noti. Emblematica dell’arte al femminile fu, come scrive Giuseppe Bergamini, Felicita Sartori (1715-1760) nipote di un artista goriziano, allieva prediletta di Rosalba Carriera, ma anche sua inserviente, una massarie insomma, prima di sposarsi con un anziano nobile della corte di Dresda. Fortunatamente nell’Ottocento e nel Novecento il destino delle donne cambiò anche, seppur lentamente, in Friuli, dove se fare l’artista era difficile per gli uomini, per lis feminis diventava addirittura una sfida all’ordine sociale. Eppure anche nella Patria del Friuli nuove artiste contemporanee crescono, mostrando talento mescolato alla quotidianità, sapendo fare tanti mestieri in una volta, una prerogativa tutta al femminile.

Seppur misconosciute, ora ed allora, sono proprio le donne, quei volti gentili che seppero e sanno fare progredire questa terra, mescolando le loro passioni con quella concretezza pragmatica, che è caratteristica tutta femminile. Ecco così spiegato il titolo di questa mostra, che la Provincia di Udine vuole porre come ideale continuazione delle precedenti saldando il passato alla contemporaneità.

Le artiste che qui espongono hanno tutte personalità ben definite e recano traccia di esperienze di vita diverse. Alcune hanno frequentato l’Istituto d’Arte Giovanni Sello, altre sono autodidatte, alcune sono esordienti, altre ancora hanno invece al loro attivo molteplici esperienze; tutte tendono a sperimentare forme, materiali e nuovi linguaggi. Un critico Iperrealismo, memore della stralunata figurazione della Transavanguardia, si nota in particolare in Laura Di Bidino, architetto, ma con una formazione grafica, che fa largo uso della fotografia e dell’immagine pubblicitaria. Nadia Blarasin esplora la figura femminile nelle sue linee essenziali, sviluppandone i particolari con un passaggio verso una astrazione originale e positiva nei riguardi della vita. Innovative modalità cromatiche si esprimono in Maria Pia Patriarca Galliussi che trasforma in lirica il gioco dei colori con le sue tenui ed evanescenti farfalle, metafora della vita e della bellezza. Curiosa è l’unicità dei soggetti di Sonia Squillaci che si è concentrata sulle suggestioni formali e cromatiche della melanzana, passando con disinvoltura dalla pittura alla tridimensionalità. Alla scultura si dedica Elena Faleschini De Corato con diversi materiali e grande libertà espressiva in figure femminili in cui l’eleganza Déco si combina con la sintesi contemporanea. Sonia Bardella è affascinata dalla natura, dai fiori, dai bambini interpretati con uno stile quasi Preraffaellita, espresso con un patchwork innovativo dalle tecniche del tutto personali. C’è un dato che accomuna le sei protagoniste di questa collettiva: la loro formazione di base all’espressione artistica è avvenuta in Friuli, il che significa una crescita qualitativa del nostro ambiente culturale e delle nostre scuole.