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Dal 19 novembre 2011 al 15 gennaio 2012

Villa Manin di Passariano

Carte Preziose


Nella cornice di Villa Manin di Passariano si possono ammirare i dinamici monotipi di Giovanni Saccomani, Francesco Bierti, moderno continuatore della scuola di Gemona, Fred Pittino, tra i primi a sprovincializzare la pittura friulana, Ernesto Mitri, pittore, mosaicista, incisore e decoratore di garbo, Enrico De Cillia, fondatore della Galleria al Girasole, Bepi Liusso, cordiale cantore del paesaggio urbano di Udine e Grado, Tranquillo Marangoni, xilografo di fama mondiale, fondatore con Tramontin e Wolf dell’Associazione Incisore Veneti, Vico Supan, il cui stile prima postcubista si trasformò nel realismo friulano del dopoguerra, Giordano merlo, per anni “anima” del Centro Friulano Arti Plastiche”, Guido Tavagnacco, eccellente ritrattista e acquerellista, Marcello D’Olivo, architetto di fama, ideatore della spirale di Lignano Pineta, Luciano Ceschia, scultore e ceramista prima che pittore e incisore, Fulvio Monai, giornalista e critico d’arte, Costanzo Schiavi, apprezzatissimo insegnante, Alessandro Ricardi di Netro, incisore, calcografo, ma anche autore di vetrate per alcune chiese friulane, Domenico Cerroni Cadoresi, in pittura, fondatore dell’associazione Gran Fabula, Giuseppe Zigaina, ben conosciuto pittore e fondatore della Triennale Europea dell’incisione.

E ancora, grafiche di Renzo Tubaro, che lasciò anche apprezzati affreschi nelle chiese, padre Fiorenzo Gobbo, che molto lavora nell’art religiosa, Giorgio Celiberti, che espose appena diciannovenne alla Biennale di Venezia, Mario Micossi, straordinario incisore, Mario Baldan, la cui pittura è volta a un geometrismo lirico, Orlando Poian, Melisenda De Michieli Vitturi, Aldo Colò, Arrigo Poz, Maria Teresa Cogolo De Zorzi, Nino Gortan, Nilo Cabai, Giorgio Gomirato, Tonino Cragnolini.

Ancora una volta, di fronte alla straordinaria sequenza di grafiche degli autori su menzionati, vera e propria antologica della grafica regionale, si dovrà considerare con occhio più attento quella che anche dagli addetti ai lavori spesso è considerata un’espressione d’arte minore rispetto alla pittura da cavalletto, causa non superati pregiudizi che vedono come elemento negativo la possibilità di moltiplicare un prodotto artistico, come se la serialità andasse a scapito dell’invenzione e della realizzazione.

Opere dalla Fondazione Friuli