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Dal 24 settembre 2011 al 4 marzo 2012

Villa Manin di Passariano

Espressionismo


Con la nascita del “Die Brücke” a Dresda nel 1905 si posero le basi del movimento originario dal quale in seguito discenderà quello che, nella storia dell’arte, è noto come “Espressionismo” e che costituisce il primo importante contributo di area tedesca alla modernità. Non si tratta tanto di raffigurare i diversi aspetti della realtà visibile – che costituiva il contenuto artistico dominante – quanto piuttosto di esprimere le esperienze soggettive e i sentimenti interiori dell’individuo.

L’obiettivo del movimento “Die Brücke” era quello di tradurre nell’opera gli oggetti percepiti “in modo diretto e senza falsificazioni”, svincolati da qualsiasi convenzione accademica. All’interno del movimento non esisteva un programma specifico; erano piuttosto l’impulso spontaneo e l’intuito creativo a costituire gli elementi accomunanti tra gli artisti del gruppo. L’intenzione più ampia era quella di trasferire le idee innovative e le attitudini non ortodosse alla vita di tutti i giorni e di rompere così il corso angusto delle rigide norme sociali dell’età guglielmina. Fritz Bleyl, Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff, tutti studenti di architettura a Dresda, furono i fondatori del gruppo, formatosi a Dresda il 7 giugno 1905. Schmidt-Rottluff fu il suggeritore del nome del movimento – che nelle intenzioni degli artisti doveva rompere in modo netto con il passato più vicino, quello dell’accademia del 1700 e 1800, ma al contempo “gettare un ponte” tra quegli elementi artistici allora in fermento e una certa tradizione germanica (il Medioevo e Cranach, come dichiara lo stesso Kirchner, esponente più importante del movimento). Bleyl, specializzato in disegno grafico, realizza la locandina per la prima esposizione a Dresda nel 1906. Emil Nolde, Hermann Max Pechstein entrano nel gruppo nel 1906 e Otto Mueller nel 1910. Le opere di questi artisti, soprattutto nel periodo in cui fecero parte del movimento, che si scioglierà nel 1913, sono accomunate soprattutto dall’evidente semplificazione formale, contorni marcati e colori accesi, accostati in modo dissonante. Accanto a paesaggi e ritratti compaiono scene urbane (famose quelle di Kirchner) dove sono raffigurati vie, ponti, caffè, sempre filtrati attraverso la lente deformante di una violenta polemica sociale. Pur accomunati da questi elementi fondamentali, gli esiti pittorici di questi artisti ne mettono anche in luce i tratti e il gusto individuali. La pittura di Heckel, inizialmente composta da linee spezzate, disegno sommario e colori stridenti evolve nel tempo verso un lirismo più armonioso e paesaggi luminosi, anche per l’influenza degli artisti del movimento Der Blaue Reiter.

La mostra documenta una varia creatività artistica all’interno di questo gruppo rivoluzionario. Gli assunti radicali e i concetti visionari divennero una rilevante fonte d’ispirazione per le successive generazioni di artisti. La mostra, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Crup,  ne documenta tutte le tappe stilistiche principali, anche attraverso documenti tradotti dal tedesco in lingua italiana per il catalogo di studio, che ospita saggi diversi e scheda critica di ogni opera esposta.