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Dal 9 aprile al 16 maggio 2010

Udine, Chiesa di Sant'Antonio abate

Patria del Friuli. Lis lenghis de Patrie. Le lingue della Patria


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L’esposizione collocata nella chiesa di Sant’Antonio abate, voluta dalla Provincia di Udine a integrazione e completamento della mostra “La Patria del Friuli 1077-1797”, allestita a Udine nel 2008, propone una nuova chiave di lettura della particolarità culturale del territorio friulano. Il tema, davvero affascinante e innovativo, ha comportato una rilettura mirata, sincronica e diacronica, della storia friulana.

Il titolo al plurale discende dal plurilinguismo come costante storica della nostra regione, che di più lingue ancor oggi si nutre, anche se solo una nel nome richiama il suo nome latino-longobardo e linguisticamente la identifica come regione distinta.

Il friulano ha il posto centrale nella mostra, ma non sono trascurate le parlate minoritarie che da secoli convivono entro i confini della Patria del Friuli. Non si pensi tuttavia, al plurilinguismo di questo territorio come a un mosaico, perché spesso più lingue furono parlate negli stessi luoghi, abitati da persone naturalmente indotte al poliglottismo.

Il percorso inizia con il 181 a.C. e le commistioni che il latino di Aquileia ebbe con le popolazioni che nei secoli a più riprese si trovarono a transitare ed a stabilirsi in questo piccolo territorio; per passare al IV secolo d.C. del vescovo Fortunanziano in cui era in uso il rusticus sermo; dopo l'anno Mille la corte patriarcale era di lingua germanica, la cancelleria parlava latino, mentre la popolazione si esprimeva in una lingua molto ibridata con parole longobarde e germaniche e già cominciavano le infiltrazioni del toscano a livello letterario e del veneto dopo la conquista veneziana del 1420. Lo stand finale della mostra è riservato all’ASLEF l’Atlante storico linguistico etnografico friulano, il capolavoro linguistico e storico di Giovan Battista Pellegrini e Giovanni Frau.

La struttura della mostra permette di prendere coscienza del Friuli come straordinario laboratorio linguistico, nel quale i dialetti in secolare pacifica convivenza hanno prodotto reciproche ibridazioni, contaminazioni, e influenze fonetiche: un laboratorio davvero europeo, perché gli elementi posti in relazione provengono dai tre grandi gruppi linguistici dell’Europa, il germanico, lo slavo e il latino, posti a contatto sulle Alpi Giulie.