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Dal 2 maggio al 15 giugno 2008

Udine, Chiesa di S. Antonio Abate

Il Friuli. Una Patria. 1077 - 1797


La mostra è realizzata dalla Provincia di Udine, in collaborazione con i Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte di Udine, la Biblioteca Civica "V. Joppi" - Sezione manoscritti e rari di Udine, il Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo di Udine, con il sostegno della Regione  e della Fondazione CRUP.

Scopo della mostra e del catalogo è quello di documentare il processo formativo, la vita e l'eredità storica, linguistica, artistica, culturale di una regiona situata nel punto d'incontro delle tre grandi culture dell'Europa: la germanica, la latina, la slava.

Partendo dal presente per allungare lo sguardo sul passato, possiamo osservare, non senza stupore, che nonostante l'indubitabile esistenza storica e la straordinaria durata della Patria del Friuli, oggi non esiste alcun ente territoriale definibile con la parola Friuli, correntemente usata dagli storici, dai geografi, dai politici, dai giornalisti, dalla gente comune con margini, talora larghi, di approssimazione o di incertezza.

Per ottenere una sodisfacente risposta alla domanda "Che cos'è il Friuli?", dobbiamo dunque rivolgerci a coloro che hanno studiato la nostra regione sotto il profilo storico-istituzionale, geografico, geologico, linguistico e religioso, individuando i fattori di coesione e quelli di disgregazione della Patria.

Fra i fattori di coesione dobbiamo ricordare i "calchi" antichi, cioè la Carnia protostorica, la colonizzazione di Aquileia, il cristianesimo aquileiese, il ducato longobardo, lo stato feudale del 1077, il Parlamento della Patria del Friuli, le Constitutiones Patriae Foriiulii, la lingua friulana, la contadinanza...Fra i fattori di disgregazione, la presenza di feudi non patriarchini, l'avvocazia del conte di Gorizia, la litigiosità fra i feudali friulani, il confine dello Judrio fra il 1516 e il 1918, la soppressione del rito aquileiese nel Cinquecento, la soppressione del patriarcato religioso nel 1751, le riforme amministrative napoleoniche, le devastanti conseguenze delle due guerre mondiali del XX secolo, la politica antiregionale del fascismo, che lasciò pesanti eredità anche all'Italia repubblicana: si pensi soltanto al ritardo con il quale fu attuata la riforma regionalistica prevista dalla Costituzione, e la guerra ai dialetti che in varie forme fu attuata anche dopo il 1945.