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Deliberato il: 13.10.2008

Restauro degli affreschi del soffitto dell’aula della chiesa della Beata Vergine del Carmine e SS. Pietro e Paolo Apostoli a Udine

Parrocchia della Beata Vergine del Carmine e SS. Pietro e Paolo Apostoli
Udine


Nel 2007-2008 la Soprintendenza statale ha finanziato il restauro, resosi inderogabile per l’infiltrazione di umidità, dell’elegante fregio a monocromo che corre sulle pareti dell’aula della chiesa, inoltre finanzierà il restauro degli affreschi del soffitto e delle pareti del coro per ovviare all’evidente processo di degrado. È inevitabile terminare l’intervento conservativo ed estetico con il restauro del soffitto dell’aula che raffigura La Vergine del Carmelo che offre lo scapolare a San Simone Stock, affresco che costituisce la parte storicamente e artisticamente più importante. L’operazione, che si presenta complessa, vede l’intervento finanziario della Fondazione Crup, da sempre attenta alla tutela dei monumenti e delle opere d’arte che si trovano nelle chiese e negli edifici storici del territorio. Per la delicatezza dell’intervento e la necessità di mantenere agibile la chiesa occorrerà realizzare ponteggi sicuri.

L’affresco “per vastità e orchestrazione spaziale” costituisce un “unicum” in Friuli, un clamoroso esempio di pittura barocca con soluzioni degne del miglior barocco dell’Italia centrale. Entro una complessa intelaiatura architettonica dipinta a colonne, archi, volte, loggiati affollati di angeli e terrazze che si prolungano nella parete di controfacciata e nell’arco trionfale per dilatare illusoriamente lo spazio, è raffigurata la Vergine nell’atto di consegnare lo scapolare al superiore generale dell’ordine dei Carmelitani. L’affresco è databile con approssimazione al 1665-1670, in quanto i Carmelitani nel 1671, in seguito alla pubblicazione dei Decreti della Repubblica Veneta con cui erano soppresse le corporazioni religiose minori, abbandonarono Udine portando con sé anche l’archivio. L’attribuzione più recente e più probabile è quella di Giuseppe Bergamini, che riscontra l’intervento del bolognese Pietro Antonio Torri per le quadrature del pittore lucchese Pietro Ricchi per le parti narrative.