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Deliberato il: 9.12.2009

Lavori di restauro degli affreschi dell'antica chiesa di Sant'Agnese di Rorai Piccolo

Parrocchia di Santa Agnese Vergine e Martire
Porcia


La Fondazione Crup, attento interlocutore del settore riguardante i Beni Culturali e la loro conservazione, si è recentemente interessata ai lavori di restauro dell’antica chiesa di Sant’Agnese, succursale della Parrocchiale di Sant’Agnese di Rorai Piccolo di Porcia, fornendo il suo finanziamento per il restauro degli affreschi volto ad impedirne un ulteriore degrado. La navata presenta nella parete sinistra e in quella dell’arco santo opere ad affresco del XIII secolo raffiguranti nel registro superiore: la Flagellazione, San Giacomo (?), San Giovanni Battista, la Madonna, Santi Vescovi, Cristo in croce tra la Beata Vergine e San Giovanni Evangelista, la Madonna col Bambino in trono e due Sante, un Santo Patriarca, San Egidio, San Benedetto (?), una Santa (?) e una Visitazione. Nel registro inferiore compaiono vasti lacerti di difficile lettura, mentre la zona dell’abside, con copertura a botte, presenta al centro un Cristo in maestà e i simboli degli evangelisti. All’estremità della volta vi sono, a sinistra due Sante con vesti regali e il capo incoronato e a destra San Giovanni Evangelista (?) e una Santa incoronata. Nella parete centrale compaiono in alto i simboli apocalittici del sole e della luna e in uno scomparto sottostante un riquadro con la Beata Vergine col Bambino fra Sant’Agnese e Santa Margherita (?). Al limite della parete destra è raffigurata Sant’Agnese e sul lato sinistro un frammento indecifrabile con un San Sebastiano di epoca cinquecentesca e di fattura Pordenoniana. Al centro dell’abside vi è la Madonna in trono col Bambino fra Santa Caterina d’Alessandria, Santa Agnese e l’Eterno Padre in gloria. Nella controfacciata, sul lato destro, è collocato un affresco su pannello raffigurante la Vergine col Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano, attribuito a Girolamo Stefanelli. L’antica chiesetta, in stato rovinoso già anteriormente al sisma del 1976 che ne ha ulteriormente aggravato lo stato, era stata abbandonata dopo la costruzione della nuova tra il 1930 e il 1933. Le murature erano percorse da lesioni profonde che avevano provocato agli apparati pittorici dissesti di varia entità a cui si era provveduto nel 1983 - 1984 con degli interventi di recupero. I cicli pittorici si presentavano coperti da imbiancature e intonaci di varie epoche a parte alcuni lacerti sulla parete sinistra della navata, parzialmente in vista fino dagli anni cinquanta. L’edificio, utilizzato per le funzioni sacre solamente in poche occasioni e chiuso per lunghi periodi soprattutto durante i mesi invernali, avevva favorito la formazione di un forte grado di umidità all’interno con  conseguente condensa sulle superfici affrescate che avevano determinato la formazione di sali a carattere pulvirulento che provocavano il disgregamento dell’intonachino e il sollevamento della pellicola pittorica con piccole cadute. Alcune zone presentavano sbiancamenti in superficie causati dall’attacco di microrganismi. Al deterioramento causato da fattori naturali si era aggiunto nel 1987 anche quello provocato da un incendio innescato dall’accensione di alcune stufe che aveva provocato l’annerimento delle superfici affrescate e lo sgretolamento della materia. Alcuni ritocchi erano stati fatti in seguito all’episodio ma restavano evidenti le bruciature al centro della capriata lignea. Per il recupero delle superfici affrescate si è provveduto iniziando con la pulitura a secco dei sali emersi in superficie e l’asportazione di quelli solubili con impacchi di emulsioni di carbonato di ammonio, mentre le incrostazioni più consistenti sono state rimosse meccanicamente a bisturi. I distacchi sono stati trattati con iniezioni di maltine e Primal AC33, le stuccature rimosse e riproposte con materiali più consoni al metodo di integrazione pittorica che scelto in accordo con la Soprintendenza per i Beni Culturali.