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Veduta di udine: piazza libertà


Autore: Conti Luigi Domenico

Tipologia: Vaso

Tecnica: argento/sbalzo

Dimensioni: cm 70 x 40 x 40 - argento 800/1000

Periodo: XIX

Nel trattare degli argentieri udinesi dell'Ottocento, Antonio Picco scrive che Luigi Conti, subentrato al Moretti nel laboratorio che questi possedeva in Udine, "seppe eseguire delle belle opere in cesello per uso delle Chiese del nostro Friuli: fra le quali un vaso d'argento di stile romano, fatto eseguire dal nostro Municipio, nel 1845 per fare un presente al Delegato Marzani, quando si congedò dalla nostra città, e ciò per la sua equità e buona amministrazione negli interessi della nostra Provincia: il detto vaso era di 70 centimetri di altezza, disegnato dal nostro Filippo Giuseppini: da un lato stava lo stemma Municipale chiuso da figure con finissimi ornati, dall'altro, la nostra Loggia di S. Giovanni: avea per mantici due stupende cariatidi tutto rilievo ed era un vero capo lavoro". Ammirato anche dal Saccomani, il vaso è uno dei più noti ed interessanti lavori d'argenteria friulana del secolo XIX; alla sua realizzazione contribuirono artisti di buon nome, quali i cesellatori Luigi Coceani e Giuseppe Bortolotti, abituali collaboratori del Conti, ed il pittore Filippo Giuseppini (l’autore del celebre dipinto dal titolo Il diluvio che lo aveva consacrato pittore, venticinquenne appena, all'Esposizione dell'Accademia di Venezia del 1836) che stese il disegno della piazza Contarena. "Solennemente grandiosa e ispirata alle forme antiche - scrive Ganzer - la coppa, dalle virtuose cesellature, poggia su un piano quadrato con decorazioni a palmette; il basamento circolare è retto da protomi leonine e un'alta fascia decorata a ghirlande, d'un gusto già "biedermeier", porta delle placchette senza iscrizioni: su una serie di baccellature s'innesta il breve collo svasato, dal nodo circolare con foglie d'alloro e quercia; un motivo fitomorfo fa da corolla alle espanse baccellature”. Ai lati, due teste allegoriche. Sull'alta fascia la veduta di piazza Contarena, immagine che compare spesso nell’arte friulana, e trova i suoi esempi più illustri sono quelle che compaiono nel dipinto del 1595 di Palma il Giovane raffigurante la Dedizione di Udine a Venezia (Civici Musei di Udine), in quelo di Luca Carlevariis di proprietà del Banco Ambrosiano Veneto (ca. 1720), in un quadretto di Giuseppe Bernardino Bison di collezione privata pordenonese (1842) e di Fausto Antonioli (Udine, Civici Musei, 1866), oltre che in numerose stampe settecentesche (cfr. G. Bergamini- C. Donazzolo Cristante, Udine illustrata. La città e il territorio in piante e vedute dal XV al XX secolo, Padova 1992). Nel vaso del Conti, però, la piazza Contarena è vista da un'angolazione insolita, che pone in primo piano la fontana cinquecentesca e dilata lo spazio, nello stesso modo in cui la ritrasse, in un disegno a penna su carta conservato presso i Civici Musei di Udine, il pittore modenese, quadraturista e vedutista, Giuseppe Morelli intorno al 1820, o anche il padovano Ottavio Codecasa per l’incisione che poi ne trasse Marco Moro per l’Album pittorico del Friuli del 1841. E’ una visione inconsueta nell’arte friulana questa di piazza Contarena da via Aquileia di dentro (l'attuale via Vittorio Veneto), con i palazzi sulla riva del Castello a fare da sfondo e le due logge, del Lionello e di S. Giovanni, a chiudere ai lati la composizione. Rispetto all'analogo disegno del Morelli o alla litografia di Codecasa e Moro, animati e vivacizzati da figure di uomini ed animali intenti alle diverse occupazioni quotidiane, il vaso d'argento presenta una piazza quasi metafisica, completamente priva di vita, tanto da far vivere in dimensione irreale i suoi splendidi monumenti. Sul retro, uno scudo vuoto sormontato da una corona comitale e fiancheggiato da due figure, una maschile con clava, l'altra femminile con lancia. I punzoni, con le lettere “LC” e sotto una piccola incudine, il caduceo, dal 1812 simbolo dell'Ufficio di Garanzia di Udine, il “globo con lo Zodiaco e i sette trioni", che accertano il II° titolo dell’argento 800/1000, firmano l'eccezionale oggetto