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Sacrificio di Ifigenia


Autore: Grassi Nicola

Tipologia: Dipinto

Tecnica: tela/pittura a olio

Dimensioni: cm 83 x 111 - dipinto con cornice: 92 x 122

Periodo: 1725 - 1740

Il dipinto, che proviene da una collezione privata, enfatico, teatrale, vuoto di sentimenti, vive di un colore steso con proprietà, corretto e suadente, ricco di sfumature e di chiaroscuri. L’episodio del Sacrificio di Ifigenia è stato trattato da Giambattista Tiepolo in due vasti affreschi nella villa Corner di Merlengo (210x500 cm) e nella villa Valmarana “ai Nani” presso Vicenza (250x700 cm) oltre che in un dipinto ad olio su tela conservato nella collezione Giustiniani Recanati di Venezia (1728-1730 ca.). Egidio Martini, che per primo ha segnalato il dipinto del Grassi, ha notato come si tratti quasi di una copia del Sacrificio della coll. Giustiniani Recanati. "Il Grassi - scrive - si avvale di una gamma di colori tenui, quasi pastello, e di un chiaroscuro pastoso toccato da leggeri riflessi locali. E' un Tiepolo come lo poteva interpretare il Grassi, realizzato in modi dolci e teneri". Rizzi ipotizza "che le due tele siano coeve e frutto di una simpatica gara di emulazione tra amici" e data quindi il lavoro al 1728 -30, mentre il Martini ritiene più plausibile una datazione al 1735 circa. Il Grassi non è nuovo a "prestiti" di un certo peso, dal Tiepolo e dal Ricci: certo, in questo caso, diventa difficile giudicare quanto di suo ci sia nell'invenzione (la scena è comunque più compatta, meno dilatata di quella del Tiepolo, ma più ricca di personaggi, avendo il Grassi aggiunto alle spalle di Ifigenia un gruppo di soldati che manca nel dipinto del Tiepolo. E’ forse il caso di ipotizzare che il pittore carnico, che recenti studi hanno detto essere stato - così come altri pittori del suo tempo - un abile falsario di dipinti di Paolo Veronese, abbia qui voluto falsificare il quadro del Tiepolo? Benché il dipinto - dopo una prima apparizione alla "Mostra della pittura veneta del Settecento" tenutasi a Esslingen nel 1980 - sia stato esposto alla mostra del Grassi allestita a Tolmezzo nel 1982, l’attribuzione al maestro carnico lascia ancora spazio al dubbio.