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Particolare di villa patrizia, Capriccio architettonico


Autore: Canal Giovanni Antonio detto Canaletto

Tipologia: Dipinto

Tecnica: tela/pittura a olio

Dimensioni: cm 96 x 131 - dipinto con cornice: cm 105 X 141

Periodo: 1790 - 1810

I quattro dipinti sembrano tutti riferirsi ad un unico complesso edilizio, come indica la presenza sul margine di tre di essi di una medesima porzione di alto edificio in controluce. Più che rappresentazione di un luogo reale, paiono opera di fantasia, così com’era costume dei pittori vedutisti e scenografi dalla seconda metà del Settecento al primo Ottocento. Dominati da tonalità piuttosto scure, presentano edifici squadrati, robusti, o massicce architetture classiche individuate da un chiaroscuro deciso e tagliente che separa nettamente le parti in luce da quelle in ombra. Nell’atmosfera quasi metafisica che contraddistingue i dipinti compaiono, appena isolate figurine in abiti settecenteschi appartenenti al repertorio dei pittori di figura: c’è chi riposa con la testa reclinata sul petto, chi scende le scale aiutandosi con un bastone, uomini in ameni conversari, dame vestite alla moda che accompagnano imparruccati gentiluomini, ma anche popolane che discorrono tra loro o che accompagnano i figli, e vivaci cagnolini che si affrontano per gioco. Nelle quattro composizioni, le ampie scalinate diventano il life-motiv delle solenni architetture e pretesto al pittore per fare sfoggio di un inane virtuosismo prospettico. Non mancano, ovviamente, elementi tipici di questo genere pittorico, quali i grandi vasi decorativi, le nicchie con fontane dalle quali zampilla l’acqua, le statue a coronamento delle facciate, i comignoli e le lanterne al sommo degli edifici. Del tutto irrilevanti le notazioni paesaggistiche. I caratteri comuni e ripetitivi di questi quadri con vedute rendono quanto mai difficile individuarne l’autore. I dipinti peraltro, databili tra la fine del Settecento ed il primo Ottocento, paiono traduzione impoverita e provinciale di modelli maggiori, ad esempio della straordinaria veduta di villa di Andrea Urbani (1768) che compare nella decorazione del tinello della villa Zoldan a Stra, e di altri edifici presenti nella decorazione del salone della villa Vendramin - Calergi-Valmarana di Noventa Padovana, pure opera dell’Urbani. Suo figlio Marino (1764-1853), pittore, in alcuni suoi affreschi udinesi mostra di derivare dal padre, di cui fu per qualche tempo collaboratore, alcune invenzioni, traducendole peraltro con stile semplificato. Ad un pittore dotato di non dissimile preparazione, ma meno felice nella resa, si possono utilmente attribuire questi dipinti.